31 gennaio 2019 / News

Una decisione che necessita adeguamenti

Una riflessione sull’innalzamento dell’età di pensionamento per il Cgcf

Il 28 giugno 2017 il Consiglio federale ha deciso di innalzare a 64 anni per le donne e 65 per gli uomini l’età di pensionamento per le categorie di personale assoggettate all’OPPCPers. Una decisione che implica un adeguamento del concetto di carriera. Secondo il Consiglio federale i lavori in vista dell’attuazione si concluderanno a fine 2019.

Con la stessa decisione il Consiglio federale ha incaricato il DFF di definire entro metà 2018 le condizioni (in particolare la data d’entrata in vigore) alle quali potrà essere introdotto il nuovo ordinamento per il pensionamento del personale neoassunto.

Il DFF ha dato seguito alla decisione e ha presentato la proposta di compromesso di 45 anni / 18 anni di servizio, elaborata in stretta collaborazione con il DFAE e il DDPS. Tuttavia, il Consiglio federale ha ora deciso di abbreviare il periodo di transizione in una misura inaccettabile per Garanto.

Per le guardie di confine ne consegue un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro. Finora è stato detto loro che dovevano essere contente della loro classificazione salariale poiché potevano andare in pensione anticipatamente e avevano diritto a un alloggio di servizio. E ora? Che fine ha fatto tutto ciò?

A denti stretti prendiamo atto della decisione del Consiglio federale ma riteniamo di meritare una compensazione e invitiamo il datore di lavoro a adeguare verso l’alto le classi salariali, in particolare i salari iniziali per le guardie di confine. Inoltre, chiediamo che le condizioni di lavoro e l’equipaggiamento siano adeguati in modo tale che il personale possa prestare servizio più a lungo senza danni per la propria salute.

Alla Confederazione e al Parlamento chiediamo infine di rinunciare a misure di risparmio e di mettere a disposizione dell’Amministrazione delle dogane i mezzi necessari per permettere la realizzazione degli adeguamenti strutturali e dei cambiamenti che si impongono.

Alcune cerchie apprezzano e stimano moltissimo l’impegno delle guardie di confine e le prestazioni che forniscono in un contesto non propriamente comune. Il Parlamento dovrebbe tuttavia chiedersi una volta quali attività e disponibilità può continuare a pretendere dal Cgcf senza versare un salario consono.

Roland Liebi, Presidente centrale Garanto

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