23 dicembre 2022 / Reportage

Se la gestazione è lunga, il risultato è buono

Sebbene non sia più in alto mare, la revisione totale della legge sulle dogane è ancora lontana dal porto sicuro. Molto lontana. La prevista entrata in vigore il 1° gennaio 2024 rimane un miraggio. Il processo che permetterà al progetto di trasformarsi in una legge definitiva è lungi dall’essere concluso e non è dato sapere quanto tempo servirà alle commissioni e al Parlamento per portarlo a termine.


Le macine della politica svizzera girano lentamente. Di solito però la farina è eccezionale e permette di produrre un buon pane, apprezzato da tutti i palati. Nella revisione totale della legge sulle dogane (LE-UDSC) sono coinvolti moltissimi mugnai. Consultazione degli uffici, procedura di consultazione, disegno di legge… l’iter ha richiesto tempo ma finalmente il 24 agosto il Consiglio federale ha emanato il messaggio.


La revisione totale della legge sulle dogane (22.058) è entrata nella fase calda, ossia la deliberazione. In autunno ben tre commissioni se ne sono occupate giungendo alla conclusione che fosse necessario chiedere ulteriori rapporti e istituire delle sottocommissioni.


Le consultazioni parlamentari possono protrarsi ancora per qualche anno

Il ruolo principale spetta alla Commissione dell’economia e dei tributi (CET), ma nei lavori sono coinvolte anche la Commissione della politica di sicurezza (CPS) e la Commissione delle finanze (CDF). Ricordiamo infatti che la legge sulle dogane tocca molti ambiti della politica federale.


Visti i rapporti commissionati e la forte esigenza di discuterne, come ha rilevato la CET nel comunicato stampa del 15 novembre 2022, i lavori non si concluderanno prima dell’aprile prossimo. La nuova LE-UDSC arriverà sui banchi del Consiglio nazionale solo quando le commissioni avranno ultimato le loro verifiche. Attualmente non è dato sapere con precisione quando ciò avverrà. Per il momento è stata indicata solo una data approssimativa: la sessione estiva 2023. Poi il progetto tornerà alla CET del Consiglio degli Stati.


Nel frattempo ci saranno le elezioni

Tra l’autunno 2022 e le deliberazioni del Consiglio degli Stati, in Consiglio federale ci saranno due avvicendamenti. Senza contare che nel 2023 sono previste la rielezione di tutto il Consiglio federale e le elezioni federali che potrebbero cambiare il volto del Parlamento. Ciò significa che la revisione totale della legge sulle dogane verrà portata a termine da un Consiglio federale e da un Parlamento in una nuova composizione.


In ogni caso, la via verso l’entrata in vigore della nuova legge rimane irta di ostacoli. Se il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati non troveranno un accordo, il testo verrà sottoposto alla procedura di appianamento delle divergenze. Una volta trovato l’accordo, il testo dovrà ancora superare lo scoglio di un eventuale referendum (90 giorni) che, se dovesse effettivamente essere lanciato, chiamerà popolo e Cantoni alle urne. A livello teorico, la revisione potrebbe rivelarsi un assoluto fallimento soprattutto se il referendum andrà in porto. Dalle comunicazioni delle commissioni traspare tuttavia una forte volontà di correggere la legge sulle dogane con la dovuta cautela visto che, come ha comunicato la CDF lo scorso ottobre, nessuno contesta la necessità di questa normativa.


La CPS si interroga sulla sicurezza e sulla delimitazione delle competenze

La Commissione della politica di sicurezza (CPS-N) ha discusso la legge sulle dogane il 10-11 ottobre. Rilevando che solleva interrogativi complessi in materia di sicurezza e delimitazione delle competenze con i Cantoni, ha deciso di istituire una propria sottocommissione. La CPS redigerà quindi un rapporto che presenterà alla sua prossima seduta in programma il 23-24 gennaio 2023. Formulerà inoltre delle osservazioni all’attenzione della Commissione dell’economia e dei tributi (CET-N) che, a sua volta, discuterà il testo di legge nell’aprile prossimo. La sottocommissione della CPS, composta da sei membri, si è riunita il 1° novembre, quando Garanto ha presentato la sua presa di posizione sulle questioni della politica di sicurezza.

La CDF chiede alla CET un’analisi dei costi

Dopo aver discusso la LE-UDSC il 13 ottobre, la Commissione delle finanze del Consiglio nazionale (CDF-N) ha chiesto alla CET-N di elaborare un rapporto supplementare in vista delle riunioni del 25 ottobre e del 14 novembre che analizzasse in particolare i costi e le conseguenze finanziarie. La CDF-N ha fatto osservare che, vista la difficile situazione sul fronte della politica finanziaria, l’applicazione della legge sulle dogane non dovrà comportare spese superiori a quelle preventivate dal Consiglio federale. Non bisogna del resto dimenticare che la trasformazione dell’UDSC avrà importanti ripercussioni anche sugli immobili. La questione dovrà quindi essere affrontata anche nell’ambito del messaggio sugli immobili 2023 del DFF.

La CET riprende il lavoro sulla legge nell’aprile 2023

Nella riunione del 24 ottobre, la CET-N ha sentito i rappresentanti dei Cantoni (giustizia e polizia), l’incaricato della protezione dei dati e della trasparenza, le associazioni economiche e i sindacati. Anche Garanto è stato invitato alla seconda riunione durante la quale ha avuto modo di presentare ai 25 membri della commissione l’analisi realizzata dal comitato centrale. La CET-N ha deciso di entrare nel merito della revisione totale della legge sulle dogane nella riunione del 15 novembre.


Ora la CET attende il rapporto della CDS che dovrebbe essere presentato in gennaio. Su questa base il 3-4 aprile tratterà nuovamente la legge ma è probabile che il tema figurerà anche all’ordine del giorno della seduta del 22-23 maggio. La CET ritiene che il progetto debba essere discusso a fondo. Non è inoltre escluso che qualche imprevisto possa ritardare il passaggio al Consiglio nazionale.


Il servizio di informazione deve avere accesso ai dati?

Anche l’incaricato della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT) Adrian Lobsiger ha la sua da dire, soprattutto per quanto concerne la protezione dei dati. Durante la procedura di consultazione degli uffici del 2021 ha messo in guardia dagli elevati rischi sistemici che minacciano i diritti fondamentali delle persone controllate, i diritti di accesso a banche dati sensibili per diverse categorie di personale e lo scambio di dati con altri uffici e autorità, tra cui il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). Il Consiglio federale ha risposto solo in parte alle critiche presentando a fine agosto delle modifiche nel senso auspicato dal consulente per la protezione dei dati che anche Garanto ha accolto positivamente.


Adducendo l’obbligo di riservatezza che vige nelle commissioni, Lobsiger non ha voluto rilasciare commenti dettagliati alla rivista Garanto. L’IFPDT, che in autunno ha tuttavia potuto esporre in modo approfondito la propria analisi alla commissione, ha lasciato intendere che l’eventualità che il SIC abbia accesso ai dati della polizia di confine/dogana e dell’UDSC è ancora controversa.


La legge attualmente in vigore non prevede questa possibilità: la collaborazione è saltuaria e si iscrive nell’ambito dell’assistenza amministrativa puntuale. Il Consiglio federale non ha stralciato l’accesso pur sapendo che l’IFPDT lo reputa superfluo e sproporzionato. Il messaggio non menziona però il parere divergente dell’IFPDT secondo cui le autorità di sicurezza non dovrebbero accorpare i loro dati sulla popolazione.


Garanto non molla

Garanto e gli altri gruppi di interesse continueranno a seguire con attenzione l’evoluzione della LE-UDSC in particolare durante il dibattito pubblico del prossimo anno in Consiglio nazionale. Non è escluso che anche le commissioni del Consiglio degli Stati ascolteranno, probabilmente nel 2024/25, le considerazioni e le analisi di Garanto, dell’economia ed eventualmente dell’IFPDT. Nel frattempo Garanto continuerà a curare attivamente i contatti con i parlamentari interessati.

I punti critici rilevati finora da Garanto

Garanto ha seguito attentamente l’elaborazione della nuova legge sulle dogane e ha potuto esprimere le proprie considerazioni durante la procedura di consultazione e davanti alle commissioni. Al messaggio del Consiglio federale del 24 agosto ha risposto il 30 agosto con un’analisi e un comunicato stampa. Inoltre, nella presa di posizione del 25 ottobre, il comitato centrale ha riassunto i punti più importanti.

Nel suo comunicato stampa Garanto ha affermato prima di tutto che, viste le loro conoscenze e la loro esperienza, i diretti interessati andrebbero coinvolti nel processo parlamentare. Lo ha ribadito anche la presidente Sarah Wyss, sottolineando che inizialmente questo coinvolgimento è stato decisamente insufficiente. In altre parole, il personale della dogana e del Corpo delle guardie di confine vanta ottime conoscenze pratiche e dovrebbe essere consultato quantomeno su determinati aspetti della nuova legge. Anche la struttura dell’UDSC e la questione dell’arma dovrebbero essere definite a livello di legge e il principio del servizio pubblico dovrebbe restare prioritario. Le collaboratrici e i collaboratori dell’UDSC dovrebbero infine raccogliere dati affidabili e metterli a disposizione dell’economia, dello Stato e della popolazione per la valutazione.

Anche l’incertezza per quanto riguarda l’arma e l’uniforme è un aspetto che attanaglia il personale come abbiamo già riportato nelle edizioni precedenti. Una parte esprime in particolare preoccupazione per la sicurezza e per le proprie possibilità di carriera se rinunciasse al porto dell’arma.

Garanto non porterà invece avanti la richiesta di recepire nella legge la cassa di previdenza, visto che l’ordinanza prevede disposizioni sufficienti. Anche la rilevazione dei dati personali è stata disciplinata meglio, come auspicato dall’IFPDT. Rimangono comunque dei dubbi sulla necessità effettiva di questa revisione, dato che la legge del 2005, attualmente in vigore, è stata completata nel 2016 soprattutto per tenere conto della digitalizzazione.

Il 4 novembre il sindacato si è espresso sulla soppressione dei dazi industriali. La presidente centrale Sarah Wyss ha commentato: “Vediamo con quanta difficoltà avanza la nuova legge sulle dogane e chiediamo di agganciare l’abolizione dei dazi industriali all’entrata in vigore della nuova legge. Questo permetterà tra l’altro di alleggerire il piano finanziario”.

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